Dopo dieci anni...

Un'esperienza scolastica "PARTICOLARE", che ha trovato nel tempo la sua dignità e una profonda valenza didattica, pedagogica ed educativa. La PLURICLASSE, che un tempo era l'ultimo passo prima della chiusura di una scuola, è ora una RISORSA. Un gruppo eterogeneo di ragazzi ed educatori che lavora e cresce insieme senza distinzione di classi. Un PROGETTO EDUCATIVO condiviso fra ragazzi, famiglie e docenti basato sul BENESSERE psicofisico di tutti, il PIACERE di stare insieme, la voglia di CONDIVIDERE le fatiche, coniugando la migliore tradizione con la modernità più efficace.

venerdì 30 dicembre 2011

« Se ho visto più lontano, 
è perché stavo sulle spalle di giganti »
(Isaac Newton)
CHE SIA PER TUTTI UN ANNO MIGLIORE

sabato 17 dicembre 2011

Piccola riflessione di maestre e maestri.
Con questa esperienza i nostri ragazzi ci hanno insegnato come la creatività si sviluppa e si esprime solo se trova spazi di libertà. Noi maestri non sapevamo nulla del loro progetto, si sono accaparrati tutto il materiale di scarto e si sono chiusi nell’aula-laboratorio.
Ci hanno detto: “Vi fidate di noi?”. Cosa potevamo dire? “Certo!”
Abbiamo rischiato e ne è valsa la pena.
In fondo è un bell’augurio per il Natale.
Il materiale scartato è diventato… un presepe!
In fondo la creatività è “vedere”
quello che gli altri ancora non vedono.

Alla fine del mese di novembre sono venuti a scuola due tecnici che ci hanno portato una lavagna magica che si chiama L.I.M. (Lavagna Interattiva Multimediale). Montandola, i due tecnici hanno fatto un macello sui tavoli. C’erano scatoloni, sacchi, sacchetti, teli… C’era anche la scatola enorme della Lim, sarà grande più di due metri. È da quel momento che ci è venuta l’idea. Fare un presepe. Tutti voi penserete che è brutto, invece è un capolavoro! Abbiamo cominciato con la scatola contenente la Lim, poi Daniel e Giosuè ci hanno portato tutto l’altro materiale. Le cose più difficili le fanno i grandi, mentre i più piccoli pensano alle cose più facili. Col permesso dei maestri abbiamo preso i colori per fare il cielo e l’erba e tutto il materiale che serviva: brillantini, colla, … Con il polistirolo abbiamo fatto le case e, indovinate un po’, la nostra Milena ha fatto le rose con strisce sottili di nylon pitturate di rosso con foglie verdi. Giada e Deborah si sono concentrate sul cielo e sui brillantini per il cielo e la neve. Catia ha pensato al fiume, le stelline e la casa-locanda “Ai QUATTRO VENTI” che è la locanda della rappresentazione teatrale che faremo alla festa del 22 dicembre. Greta ci è stata molto utile perché ci ha procurato i sassolini. Il giovedì ci siamo uniti con il maestro Davide che è il maestro di religione, visto che è il più esperto di elettricità e il più buono (gli altri maestri sono più velenosi…) Con lui abbiamo fatto un grande recupero di tempo e anche un impianto elettrico. A casa stiamo facendo le statuine. Il giorno della recita, alla fine e dopo gli applausi, noi ragazzi faremo una bella sorpresa a tutti! A noi piace questo progetto del presepe perché abbiamo fatto una cosa nuova e diversa dai progetti dei nostri ex compagni. E ci siamo divertiti!
(SCRITTURA COLLETTIVA)


Chi verrà alla Festa di Natale vedrà tutto dal vivo. Per chi non viene… pubblicheremo delle foto.

venerdì 16 dicembre 2011

ABBIAMO APERTO UNA FINESTRA. SUL MONDO.
Il venticinque novembre sono venuti due elettricisti per montare la lavagna multimediale che si chiama L.I.M. cioè Lavagna Interattiva Multimediale. Viene detta multimediale perchè si scrive con le dita, si può fare di tutto ed è collegata sempre ad internet. I tecnici hanno cominciato a lavorare sul muro segnando con un pannello i punti dove fare i buchi di fissaggio. Successivamente con il trapano hanno bucato la parete, hanno messo i tappi nei buchi e hanno avvitato dei pezzi di plastica di sostegno. Alle plastiche hanno appeso la Lim e sopra il proiettore. Hanno collegato tutti i fili fra loro e con il computer. Hanno messo la batteria nel telecomando, nel mouse e nella tastiera che sono wireless cioè senza fili e si possono portare in giro. Ci sono anche le casse per il suono e il maestro ha attaccato la stampante. 
Adesso dobbiamo imparare bene come funziona ma di certo le lezioni sono molto più belle e interessanti.
(Scrittura collettiva - VALENTINO 3° - GIOSUE' 4° - DANIEL 5°)


PER SAPERNE DI PIU' (genitori... cliccate qui)
http://www.innovascuola.gov.it/opencms/opencms/lim/lim.html
http://www.pianetascuola.it/didattica/articolo/lim-la-lavagna-interattiva-multimediale

giovedì 15 dicembre 2011

DIN - DON! 
Suonare le campane a San Bortolo.
Ogni lunedì sera mio fratello Manuel, che frequenta la terza media, va a suonare le campane nel campanile di San Bortolo. Sono un gruppo di cinque ragazzi che da circa un anno imparano a suonare le campane. Il maestro è Giorgio, il papà di Giosuè. Nel campanile di San Bortolo ci sono sei campane. Ogni campana ha un numero. La più grande ha il numero cinque e la più piccola il numero sei. Manuel suona la seconda. Il maestro chiama il numero della campana e ciascuno tira la corda quando sente il numero della propria. La più grossa campana di San Bortolo pesa 11 quintali e la più piccola 2,5. Mio fratello Manuel è tanto contento di suonare le campane perchè gli piaceva già da quando era piccolo. Anche il maestro Alessio se lo ricorda quando alla Scuola dell'infanzia costruiva sempre campanili con le costruzioni.
(GIULIA 2° e MANUEL terza media)

domenica 4 dicembre 2011

martedì 22 novembre 2011

GRAZIE A TUTTI QUELLI CHE 
HANNO LASCIATO SIMPATICI COMMENTI
(ricordate di firmarvi)
Visto che è piaciuta 
inseriamo qui questa foto 
così potete scaricarla nel formato originale 
e stamparvela.

martedì 15 novembre 2011

DENTRO-SOTTO, PASSO IL FILO, INFILO E SFILO. Come ai vecchi tempi.


Le esperte
Il maestro Alessio, che io so ha sempre voluto fare lavoro a maglia, ma non c'è mai riuscito perchè quando lo diceva alle maestre loro ridevano e se ne andavano. Ma quest'anno c'è riuscito. Ha dato la notizia facendo finta di niente e la maestra Luisella ha fatto la faccia da "iena", ma poi si è messa a ridere. Volete sapere com'è iniziato il lavoro? E' iniziato un giorno di sole d'autunno, dopo una passeggiata nei boschi mangiando noci.
Capito?!
Il lavoro a maglia è molto difficile all'inizio e bisogna imparare il punto dritto e il punto storto. Io, Catia, la bidella e le maestre Luisella e Nella sapevamo già come lavorare, ma ognuno aveva il suo sistema. Anche le mamme Salushe e Barbara avevano la tecnica albanese, che è difficilissima! E poi... fare una sciarpa o una presina? Le parole di tutti sono state che non si era capaci. Io e Catia diamo una mano a chi fa fatica e ad iniziare il lavoro, ma siamo diventati in fretta tutti veloci e con pochi errori. Anzi,  i maschi sono diventati subito bravi, quasi più bravi di tutti! Non bisogna essere delusi se gli altri sono più veloci, tanto poi cascano i punti e devi ricominciare da capo!
(Milena 5°)
Cose da non credere...
Il giorno prima mia nonna un pochino mi ha insegnato come fare. Poi a scuola ci hanno detto di fare così: DENTRO-SOTTO, PASSO IL FILO, INFILO E SFILO. Facile no!? Questa è una mezz'ora divertente perchè ogni tanto qualcuno sbaglia così esce qualche battuta come Daniel che ha detto:" FRA POCO CIAPO LA LANA E LA RIMETO SORA LA PEGORA!" (traduzione: fra poco prendo la lana e la rimetto sopra la pecora) Secondo me è stata una bella idea perchè è un bene imparare e... nella vita non si sa mai!
(Catia5°)

lunedì 14 novembre 2011

Che bello riuscire!
LAVORO A MAGLIA (parte seconda)
Concentrazione e precisione
Quando abbiamo iniziato a lavorare a maglia io avevo un problema. Mi ero dimenticata sia le "uce" (aghi da maglia) che la lana e avevo paura a dirlo al maestro. Lui si è accorto del mio disagio, è andato dalle gentilissime bidelle Laura e Assunta, abbiamo trovato tutto e ho potuto cominciare con tutti gli altri. Con noi ha iniziato anche il maestro Alessio e ha trovato le nostre stesse difficoltà, ma più andiamo avanti più impariamo bene e anche il maestro non sbaglia più. Questo lavoro appassiona tanto anche le mie amiche e quando abbiamo del tempo libero ci mettiamo al lavoro. (Martina 5°)
Il primo giorno continuavamo a sbagliare e chiamare maestre e bidelle e gli abbiamo fatto venire anche il mal di testa. Il maestro non era capace e anche lui continuava a chiamare aiuto. Alla fine ci arrangiamo di più, i punti non cascano e non facciamo più venire il mal di testa a nessuno! (Giada 4°)
Il maestro Davide e la mamma Salushe
Il primo giorno mi scappavano tutti i punti e non ero capace di andare avanti. Le mie compagne cercavano di insegnarmi ma io non capivo proprio niente. . Quando sono andata a casa da scuola mi è venuto in mente di chiedere a mia nonna di insegnarmi qualcosa. Mi ha messo su dei punti sui ferri e pian piano ho imparato e quando vengo a casa da scuola faccio un po di lavoro così imparo meglio. (Greta 3°) 

sabato 12 novembre 2011

NON è CHE BISOGNA PER FORZA AVERE UN PROGETTO.
E se il nuovo Steve Jobs fosse fra loro?


Anche Steve Jobs (Apple) ha iniziato più o meno così...
E se il nuovo Steve Jobs fosse fra loro?
Smontare il computer... che bello!
Ecco il prodotto finito del nostro lavoro...
Un giorno i maestri ci hanno detto di portare a scuola un po di cacciaviti. Dopo due giorni abbiamo iniziato a smontare due vecchi, molto vecchi, computer. E' troppo bello. Io non avevo mai smontato un computer invece il mio compagno Giosuè ne aveva smontato già uno a casa. Abbiamo iniziato a smontare il fianco, poi il lettore DVD e via via tutti i componenti che aveva. Valentino per sbaglio ha mosso un pezzo ed è caduto proprio dentro con un botto! Quanti pezzettini ci sono dentro! un'esperienza unica che di solito a casa non ti lasciano fare. (Daniel 5°)

venerdì 11 novembre 2011

ZAMBALDO Vittorio nel nostro libro di lettura!
Tutti insieme attorno l'articolo di Vittorio
Agli inizi di Novembre sono venuti a trovarci a scuola due signori molto interessanti. Uno dei due fotografava, l'altro intervistava. Dopo un po' di giorni arriva su L'Arena una pagina dedicata a noi e la nostra scuola. Il giornalista, Vittorio Zambaldo ha fatto tesoro delle nostre parole. Come prime frasi scrive "Tre mamme tornano sui banchi di scuola!" Ed è proprio vero. Da un po' abbiamo delle mamme straniere a scuola con noi per imparare l'italiano. Vittorio scrive proprio bene e così, abbiamo deciso di lavorare insieme sul suo articolo e... abbiamo fatto tre giorni di Italiano con le sue parole. Abbiamo sottolineato con le mamme le parole più difficili, le abbiamo cercate sul vocabolario, abbiamo trovato l'introduzione, lo svolgimento, la conclusione. Abbiamo capito ed apprezzato il suo stile che ci ha anche fatto ridere con certe sue frasi. E ci siamo accorti che legge il nostro blog. Ci è piaciuto molto fare italiano così, in maniera diversa, perciò abbiamo deciso di mettere l'articolo di Vittorio nel nostro libro di lettura.
Ah, dimenticavo... le parole più difficili sono state: SBIGOTTITO, UNANIME e CONSTATANDO.
(Deborah 5°)

giovedì 10 novembre 2011

Intanto 3 foto al volo su 
EXPO PADOVA 10 Novembre 2011
poi... vi racconteremo nei dettagli...
LA PREMIAZIONE
L'attesa
Fuori programma su due ruote

martedì 1 novembre 2011

Oggi parlano di noi 
sul quotidiano L'ARENA
...andiamo a vedere...
ecco i link
http://www.larena.it/stories/Provincia/302273__la_pluriclasse_si_allarga_con_le_mamme_straniere/
http://www.larena.it/stories/Provincia/302272__mettono_in_difficolt_pi_noi_che_i_bambini/

L'elenco degli interventi
IL 14 OTTOBRE 2011 
A FIRENZE 
HO PARLATO DI NOI...
Una scuola senza classi.
Il 14 ottobre, al convegno Education 2.0, presso l'Istituto degli degli Innocenti, mi hanno chiesto di portare la Scuola Primaria di San Bortolo raccontando la nostra esperienza educativa, didattica e pedagogica... e anche tecnologica.
http://www.educationduepuntozero.it/
Ho conosciuto persone che hanno paura della pluriclasse, 
altre persone che stanno scoprendo i segreti della pluriclasse.
Ho spiegato cosa significa vivere e lavorare in montagna,
di com'è bello vivere e lavorare in montagna,
delle piccole-grandi cose che facciamo ogni giorno,
e delle cose che ogni tanto ci inventiamo e sperimentiamo.
Ho narrato cosa significa lavorare in una pluriclasse unica
e delle fortuna di lavorare e imparare in una pluriclasse unica.
Ho imparato che la nostra è una scuola moderna, 
che in molti aspetti assomiglia ad una scuola finlandese,
dove cucinare, lavorare il legno e lavorare a maglia e coltivare l'orto
non è tempo perso.
Ho capito che siamo una scuola economica
perchè la vera ricchezza sono i nostri ragazzi.
Ho raccontato che la nostra scuola è piena di limiti,
ma che abbiamo cercato di trasformare i nostri limiti in risorse.


 Alessio Perpolli, maestro


In piccolo... ma ci siamo.

sabato 8 ottobre 2011

Riceviamo (a sorpresa) dall'ANSAS Veneto 
la notizia che...
La nostra scuola è risultata fra le vincitrici del 
Concorso Regionale

Veneto e 150° Anniversario dell'Unità d'Italia


con il lavoro che potete rivedere sul nostro post del 10 luglio
Ecco i link per saperne di più.
IL 10 NOVEMBRE SAREMO TUTTI ALL'EXPO DI PADOVA... PER VEDERE COSA SUCCEDE!

giovedì 6 ottobre 2011

Se CINQUE classi vi sembrano poche... 
ecco la SESTA!
Una classe di tre mamme che lavorano con noi per imparare l'italiano. 
Conosciamole attraverso il racconto che i ragazzi hanno fatto ascoltando i loro racconti.
OGNI VOLTA CHE ENTRANO IN CLASSE CI RICORDANO (ADULTI E RAGAZZI) QUANTO PUO' ESSERE ANCORA IMPORTANTE LA SCUOLA.
Bardha, che preferisce farsi chiamare Barbara, è in Italia da 5 anni. E' venuta a scuola per parlare, leggere e scrivere bene l'italiano perchè le piace. E' sposata, ha un figlio che va qui alla scuola dell'infanzia. Ha anche un fratello e una sorella. In Albania viveva a Tirana, la capitale (cercatela su google maps http://maps.google.it). Ha 23 anni e in Italia si trova bene. Qualche volta fa la cameriera ma le piacerebbe trovare un lavoro più sicuro. Ci ha detto che le piace stare qui con noi, anche se la prima volta era molto emozionata!
Salushe è qui in Italia da 5 anni. Non conosce nessuno, è sposata e ha un figlio che va alla scuola dell'infanzia qui a San Bortolo. Alla sera lavora come cameriera. Lei viene da una città dell'Albania che si scrive più o meno così: Librazhd. (cercatela su google maps http://maps.google.it) E' sposata con Ziya, che in italiano si potrebbe tradurre come Isaia. Lui vive in Italia già da 10 anni. Ci ha detto che all'inizio ritornare a scuola è stato difficile, ma adesso va meglio. 
Veronica ha un nome lungo: Veronica Concepcion Reyna Castro. Ha 32 anni. E' nata il 17 dicembre del 1978 nella città di Esmeralda in Ecuador (cercatela su google maps http://maps.google.it). E' sposata con Andrea Da Ronco e hanno due figli. Veronica ha 3 sorelle e 7 fratelli. E' venuta a scuola con noi per la voglia di imparare a scrivere e parlare bene l'Italiano. Ci ha detto che è stata molto fortunata a trovare persone molto gentili. Infatti era sicura che il maestro Alessio le dicesse che questa non era una scuola per adulti... e invece... Quando ha avuto il permesso di venire dalla Dirigente è stata una grande emozione perchè per lei è una esperienza unica. Ci metterà tutto l'impegno e ci ringrazia di cuore!
(Scrittura collettiva cl.3°-4°-5°)

lunedì 3 ottobre 2011


Dal 3 ottobre, NINA... è dei nostri!
Chiederemo a mamma e papà di spiegarci perchè hanno deciso di venire quassù.
Dicono di lei...
Nina si diverte a giocare con noi e ha voluto sedersi vicino a me (Elisa 2°)

Sono contento che l'è vegnesta (trad. "è venuta") perchè ci serviva un'altra donna(Valentino 3°)
E' simpatica ed è una bambina tranquilla e stiamo bene con lei (Giulia 2°)
Mi piace come si comporta e come gioca con gli altri... e non si arrabbia mai! (Martina 5°)
A me piace giocare con lei con i cerchi e fare il trenino (Giorgia 1°)
Sono contento perchè così impara a studiare con noi (Davide 1°)
Mi sembra una bambina felice (Bruno 1°)
Mi piace la sua maglietta e ... ha un naso simpatico! (Matteo 1°)
E' simpatica e gentile (Giada 4°)
Adesso abbiamo una amica nuova! (Greta 3°)
Sono contenta perchè questa scuola le è piaciuta subito e anche se abita a Badia, sul monte di fronte, ha deciso di venire qua. (Catia 5°)
E' bello perchè viene da lontano (la montagna dall'altra parte della vallata) e conosciamo una persona nuova! (Giosuè 4°)
E' brava, è simpatica, non è dispettosa  ed è educata e le è piaciuta subito la nostra scuola. (Milena 5°)
A me piace perchè la sua mamma ci porta delle cose da assaggiare fatte da loro. (Deborah 5°) 
Dice lei...
Sono contenta di essere in questa scuola perchè si sta bene con tutti, amici, maestre...


lunedì 26 settembre 2011

Oggi pomeriggio siamo andati a 
cercare e ascoltare... 
il SILENZIO.
(lo abbiamo trovato)
"Maestro, Ghe vegnemo ancora?" 
(traduzione "Maestro, ci veniamo ancora?")
(Davide, classe1°)

giovedì 22 settembre 2011

RICEVIAMO oggi una mail dal SENATO...
"Carissimi tutti, alunni, maestre, maestro e genitori.
Il nuovo anno scolastico sia ricco di soddisfazioni, di novità e di apprendimento di tante e importanti conoscenze.
Auguri! 

Vi abbraccio tutti e spero di rivedervi presto.
Vostra,
                                         Sen. Mariapia Garavaglia"

mercoledì 21 settembre 2011

Primo giorno - L'ARCOBALENA 
Gli anni passati, il primo giorno di scuola abbiamo lavorato insieme su PAROLE-CHIAVE da sviluppare nel corso dell'anno: "Insieme", "Felicità", "I Care" (l'anno scorso).
La storia che ci ha guidati nel primo giorno di scuola quest'anno ve la racconteremo nei prossimi giorni, così potrete raccontarla ai vostri bambini.
Intanto abbiamo dipinto insieme un "PICCOLO ARCOBALENO" 
per ricordarci il messaggio del racconto: 
"SI POSSIEDE SOLO QUELLO CHE SI DONA"
Siete d'accordo? 

sabato 17 settembre 2011

Rinasce l'orto. Per noi è PREZIOSO.
Dopo un'estate "difficile", l'orto riprende vita in vista dell'autunno e dell'inverno. Zappando abbiamo ritrovato le patate e dei "cuoricini" di insalata. I lamponi e le more non sono morte. 
Abbiamo piantato verze, radicchio, orzo e grano (verdure che dormono bene sotto la neve). 
Vediamo se è vero che " Sotto la pioggia fame e sotto la neve pane".

martedì 13 settembre 2011

PRIMO GIORNO
Topi al compleanno di Valentino e Daniel! 

E' facile. Fai la pasta del salame di cioccolato, dai la forma, usi caramelle per occhi, naso e bocca e... una liquirizia come coda. 
                               (mamma di Valentino)

domenica 11 settembre 2011

12 settembre 2011 ore 8.30
SI RIPARTE!
Benvenuti a 
BRUNO, DAVIDE, GIORGIA,
GIULIA,  MATTEO e RABAB
Era tanto che non avevamo una "prima" così numerosa!

venerdì 9 settembre 2011


Esce per Altreconomia Edizioni:
“Riprendiamoci la scuola”
Un libro che racconta la “resistenza” della scuola italiana e fornisce gli strumenti per riappropriarsene.  
“Nella vita non avevo previsto di fare l’insegnante”. Comincia così il “diario” di Alex Corlazzoli, maestro di 
campagna e giornalista. “Ho scritto questo libro per raccontare la mia scuola, la scuola pubblica, dal mio punto di vista di insegnante precario, giornalista e cittadino”. Mentre attende -come ogni anno- una nuova cattedra, Corlazzoli racconta, con sconfinata passione, come resistere al degrado quotidiano e riappropriarci della “nostra” scuola.
La scuola italiana è al default. I locali sono obsoleti e cadenti, più della metà a rischio sismico, le classi sempre più numerose, gli insegnanti di sostegno insufficienti, il “corpo docente” con un’età media molto alta, le dotazioni informatiche ancora insufficienti, il sistema di valutazione discutibile, i programmi scolastici omologati, i genitori costretti a contribuire “volontariamente” per la mancanza della carta igienica o di quella per le fotocopie.
Questo libro raccoglie -a partire dall’esperienza personale del maestro Alex- dati e numeri, aneddoti e racconti di varia umanità e didattica: le storie delle scuole che “resistono” dalla Lombardia a Palermo, le domande ingenue ma attualissime come: “Maestro, perché dobbiamo fare il test degli Invalidi?”. Ma soprattutto descrive gli strumenti con i quali gli insegnanti e i genitori che non si arrendono possono provare a riappropriarsi della scuola: dagli organi collegiali, alle associazioni di base e familiari come ReteScuole, fino alla class action.
Così Alex Corlazzoli chiude ogni giugno il suo anno scolastico: “Ragazzi, ora che la scuola è finita posso dirvi che spero di essere riuscito a fare lezione facendovi divertire. Vi chiedo scusa se ho sbagliato con qualcuno di voi, ma ogni persona è diversa dall’altra. Anche il maestro ha il suo carattere. Quando sarete grandi non ricorderete gli assiri e i babilonesi, ma non dimenticate mai quattro regole.       Uno. Rompete sempre le scatole. 
Due. Non state zitti di fronte alle ingiustizie. 
Tre. Non siate mai indifferenti. Se passate di fronte a un uomo che chiede la carità, chiedetevi perché è lì? 
Quattro. Viaggiate”.

domenica 21 agosto 2011


C'è poi la ridicola questione del 
programma...
Carl R. Rogers 
LIBERTA' NELL'APPRENDIMENTO
"Educato è l’uomo che abbia imparato ad imparare, imparato ad adattarsi e a mutare, che sa che nessuna conoscenza è certa e che solo il processo di ricerca è una base sufficiente di certezza…C’è, poi, la ridicola questione del programma…possiamo ragionevolmente essere sicuri di sapere ciò che gli allievi dovrebbero conoscere?… Considero la facilitazione dell’apprendimento personale, autonomo, significativo, sperimentale l’unico scopo dell’educazione….il promuovere un simile tipo di apprendimento non deriva dalle capacità didattiche del docente, né sulla sua conoscenza tecnica della materia, né sull’impiego di messi audiovisivi, né sull’insegnamento programmato…si basa su certe qualità attitudinali che si manifestano nel rapporto interpersonale tra il facilitatore e il discente".
Le attitudini di cui parla l’Autore sono: la genuinità (i sentimenti del docente sono riconoscibili come autentici e non delegati a lui dall’istituzione; se egli è se stesso potrà incontrare l’allievo su una base personale); la stima, la fiducia, l’accettazione (egli stima la persona del discente, le sue opinioni); la comprensione empatica (può comprendere le reazioni intime del discente, sicché questi può pensare "Qualcuno sa quello che provo; sembra un altro me stesso e non mi giudica…posso crescere e imparare"

lunedì 1 agosto 2011

   
 da KEITH TOPPING - T U T O R I N G - ERICKSON 
   
 
INTRODUZIONE
 
   
 
Naturalmente non è una novità. I bambini si sono sempre aiutati fra loro, sia di propria iniziativa che stimolati dagli adulti. Nei primi anni di scuola gran parte del tempo viene dedicata ai giochi cooperativi con la sabbia, l’acqua e altri materiali. Durante tutti gli anni della scuola elementare i bambini svolgono in collaborazione giochi linguistici o di lettura, lavorano insieme al computer o in piccoli gruppi su “temi” di particolare interesse. E allora, qual è la novità?
In passato, in molte scuole sono stati adottati sistemi informali e spontanei in base ai quali i bambini aiutavano i coetanei o gli alunni più piccoli. Con il termine tutoring, invece, si intende un approccio più complesso e articolato. Tale concetto, infatti, implica necessariamente un’organizzazione precisa del lavoro, la definizione di un obiettivo preciso e richiede una “struttura”, per quanto flessibile e aperta. Perché un’azione di tutoring abbia successo è di solito necessario abbinare con cura tutor e tutee*, fissare orari frequenti e regolari per le attività da svolgere in collaborazione, fornire una formazione nelle tecniche del lavoro e eventualmente i materiali, applicare un sistema di monitoraggio e di supervisione e se necessario di valutazione.

*Con tutor si intende la persona che insegna attivamente, con tutee quella che riceve l’insegnamento.
 
   
 COOPERAZIONE VS. COMPETIZIONE 
   
 
La vita scolastica è una gara per assorbire quanto più possibile dall’insegnante le conoscenze prescritte, o non è piuttosto un’esperienza cooperativa di gruppo in cui i bambini imparano molto l’uno dall’altro per esigenze e scopi propri?
In un sistema che stimola la competizione, solo i vincitori ricevono necessariamente un premio mentre la maggioranza è inevitabilmente destinata al fallimento. Ma non è questa l’unica possibilità; sono state definite infatti tre modalità principali secondo cui può essere strutturato il processo di insegnamento/apprendimento: cooperativa, competitiva e individualista. Nella struttura cooperativa la riuscita di un alunno implica automaticamente anche la riuscita degli altri. In quella competitiva, invece, la riuscita di uno implica automaticamente che gli altri non riescano. In quella individualista, infine, i traguardi degli alunni sono autonomi e indipendenti e il fatto che uno raggiunga il proprio obiettivo non incide sugli altri e li lascia probabilmente indifferenti.
Rispetto alle esperienze di apprendimento competitivo o individualista, quelle di apprendimento cooperativo favoriscono una maggiore interazione fra bambini e una maggiore autostima e empatia. L’apprendimento cooperativo stimola inoltre l’interazione verbale e la prossimità fisica.
 
   
 GLI EFFETTI SOCIALI DEL TUTORING 
 

 
 
Il tutoring è “umanamente gratificante”. I tutor imparano a essere formativi nei confronti del loro tutee, sviluppano un senso di orgoglio e di autorealizzazione e acquisiscono fiducia e senso di responsabilità. Nel campo del tutoring il risultato più evidente è proprio l’aumento della fiducia in se stessi e del senso di adeguatezza da parte del tutor.
Il tutoring fra ragazzi di età diversa potrebbe dimostrarsi un ottimo mezzo per facilitare lo scambio e la crescita sociali fra membri di una stessa scuola, che rappresenta solo di nome una comunità. L’amicizia con un ragazzo più vecchio di status elevato rafforza l’autostima del tutee.
 
   
 GRATIFICAZIONI PROFESSIONALI 
 

 
 
E quali vantaggi ne traggono gli insegnanti?

I vantaggi, d’altro canto, sono numerosi. Di solito i bambini acquisiscono le tecniche di tutoring molto più rapidamente di quanto prevedano gli insegnanti e mostrano, nel corso di tale attività, una notevole autodisciplina, dovuta probabilmente al fatto di sentirsi responsabilizzati. Nella grande maggioranza dei casi, l’interazione nelle coppie è nettamente positiva e si creano rapporti che durano anche al di là della situazione di tutoring. Poiché quest’ultima rappresenta un “qualcosa di speciale”, la materia trattata in tale ambito gode di un’alta considerazione, sia durante lo svolgimento del progetto che dopo la sua conclusione.
Sia il tutor che il tutee sviluppano abilità sociali e atteggiamenti positivi, oltre a migliorare entrambi il proprio rendimento. Quest’ultimo aspetto è sicuramente quello più interessante per gli insegnanti – che in tal modo “prendono due piccioni con una fava”.
 
   
 GRANDI ASPETTATIVE 
   
 
Non si ottiene nulla senza sforzo e, come ha scritto Fuller nel 1732 “chi vuole il frutto deve salire sull’albero”. Anche se il tutoring presenta un ottimo rapporto costi-benefici, come in tutti gli aspetti della vita, un costo c’è. Il lato positivo, d’altra parte, è che, come in altri aspetti della vita, con la pratica esso diminuisce.