Dopo dieci anni...

Un'esperienza scolastica "PARTICOLARE", che ha trovato nel tempo la sua dignità e una profonda valenza didattica, pedagogica ed educativa. La PLURICLASSE, che un tempo era l'ultimo passo prima della chiusura di una scuola, è ora una RISORSA. Un gruppo eterogeneo di ragazzi ed educatori che lavora e cresce insieme senza distinzione di classi. Un PROGETTO EDUCATIVO condiviso fra ragazzi, famiglie e docenti basato sul BENESSERE psicofisico di tutti, il PIACERE di stare insieme, la voglia di CONDIVIDERE le fatiche, coniugando la migliore tradizione con la modernità più efficace.

venerdì 3 dicembre 2010

Noi viviamo (e lavoriamo) qui.
Benvenuti alle nostre altezze....
A scuola il 30 novembre...
Lato Nord della scuola, stamattina...
Lato Sud, sempre stamattina...

domenica 28 novembre 2010

Caro PRESIDENTE ti scrivo...
Caro presidente,                                                                                               
La nostra scuola si trova in un piccolo paesino di nome San Bortolomeo Delle Montagne, ma tutti lo chiamano semplicemente San Bortolo.
E’ quasi un miracolo che la nostra scuola sia ancora aperta, perché quest’anno siamo solo in 15(in tutto). Noi arriviamo da 3 piccoli paesi, Sprea, Campofontana e San Bortolo che distano tra loro 7- 8 Km. Molti di noi al mattino si svegliano molto presto perché dobbiamo prendere il pulmino per andare a scuola, ma quelli che abitano in paese come me,di solito,vanno a scuola in bici o a piedi.                                                                          
La nostra scuola ha il metodo della pluriclasse, prima, seconda, terza, quarta, quinta tutti assieme. La pluriclasse è un po’ bella e un po’ brutta: è bella perché quelli di quarta ascoltano le lezioni e addirittura fanno mezzo programma di quinta e quelli grandi ripassano il lavoro fatto dai più piccoli. E’ brutto perché se non sai una cosa devi aspettare che la maestra finisca di spiegare ad un’altra classe.                                                 
In inverno facciamo il corso di sci “SCI-AMO”, se abbiamo fortuna e nevica, ci divertiamo moltissimo. Delle volte, quando nevica molto, il pulmino non riesce a raggiungere la scuola, e allora, o a scuola siamo solo in 3 o 4, oppure a scuola non veniamo proprio. La nostra scuola una volta era frequentata da mia mamma e prima ancora da mia nonna. Allora pero’ era molto più grande, infatti erano il triplo di noi,(circa 40). La mamma faceva piu’o meno come noi, ma la nonna doveva venire a piedi da una contrada distante 2 Km dalla scuola, aveva una piccola cartella con dentro una penna e un libro chiamata “busta” e soprattutto nelle stagioni fredde, doveva portare un pezzo di legno per alimentare il fuoco. A scuola gli davano il minestrone e l’olio di merluzzo che alla nonna faceva schifo.        
La mia scuola, anche se siamo in pochi, mi piace così. Se andassi in città mi sentirei spaesata. Forse perché non ci sono abituata…
(Francesca V°)
Vivere in CONTRADA
Ai ZUCCHI (cerca dov'è con googlemaps)
Io vivo in un posto di montagna, in una contrada chiamata Zucchi (antico nome cimbro), sui Monti Lessini, nel comune di Selva di Progno, a 1.330 metri.               
La gente qui vive con l’allevamento del bestiame.         
Qui non ci sono fabbriche, ladri, brutta gente e maleducati.
Io vado a scuola a San Bortolo, per me è molto facile, perché arriva il pulmino, anche se delle volte è difficile alzarsi dal letto. Io mi alzo molto presto, mi combino, mi pettino, faccio colazione, aspetto il mio vicino di casa che va all’asilo e aspettiamo il pulmino insieme. Il  pulmino arriva alle 7.10.
A scuola iniziamo le lezioni alle 8.30  e finiamo alle 16.30 e arrivo a casa per le 17.   Faccio tre lezioni al giorno e restiamo a casa il sabato e la domenica,  però i maestri ci danno i compiti per le vacanze.
Vicino a casa mia c’ è un bar, mio papà è il titolare.
Qui si vive bene anche se non c’è il cinema, il centro commerciale. Però abbiamo bellissime montagne e tanto verde, tanta tranquillità, aria pura e non abbiamo il frastuono delle macchine.
Al mercoledì e il sabato vado agli allenamenti per lo sci con i miei amici, la mia maestra si chiama Silvia e degli allenamenti mi piace correre nel verde.
Quando c’è la neve mi piace fare il pupazzo, la casa di neve, mi piace andare sullo slittino e anche sciare. Mi piace mettere il cane nel fieno nella stalla, il coniglio nella macchina con una coperta di lana molto soffice, la gallina cogli ochi nel fieno, le quaglie insieme ai gatti, però il gatto va vicino al cane nel fieno.
A me piace vivere in contrada perché sono libera come non potrei essere in città.
(Milena IV°)
Chi è PRESIDENTE?
Per me il presidente può essere della Repubblica Italiana Napolitano, che pensa ai soldati caduti in guerra o alle loro famiglie.
Oppure può essere il pesidente di una grande società che pensa solo a far soldi senza guardare la sicurezza dei lavoratori.
Ma per me anche mio papà può essere un presidente perchè quando ho un problema, a scuola, casa o con la mamma, ne discutiamo insieme e così troviamo sempre una soluzione come dovrebbero fare i politici a Roma. 
(Martina IV°)
Vivere in CONTRADA. 
Ai Venchi (cerca dov'è con googlemaps)
Ai Venchi si sta bene come nelle altre contrade. Perchè Francesca racconta sempre cosa fa ai Carradori, dice anche che gli sono nati dei cuccioli, dei vitellini, gatti e altro. Per me ai Venchi si sa bene perché di primavera c'è il sole, ma anche piove. C'è  piu’ bello quando c'è il sole.  D'estate si può andare in vacanza, al mare, in piscina, in montagna ecc. in autunno cadono le foglie e io, Elisa, Damiano, Giada e Valentino facciamo un bel mucchio di foglie che sono cascate per terra. E uno per volta ci tuffiamo e anche facciamo le capriole e tanti giochi. Di inverno ci divertiamo tutti perché ognuno fa qualcosa, io con i miei amici andiamo sulla neve, il fratello di Elisa tira via la neve con il trattore... è un peccato tirarla via la neve perché possiamo fare gli angioletti, i pupazzi di neve, le casette di neve ecc. Per me vivere ai Venchi è bello, ma non lo so se agli altri gli piacciono. 
A me piace. Ti diverti, ridi, scherzi, disegni il paesaggio, poi nell'erba puoi rotolarti e dopo ti fai amici, giochi e puoi sentire l’eco. Mi sento bene perché è l’aria diversa dalla città e sei in mezzo agli alberi e le montagne.       
(Elena V°)                                                                                                                                                                                                                                

Ricordi di RICOSTITUENTE 
(il Grande gioco della Costituzione) 
Oggi  durante  la  lezione, il maestro  ci ha detto, che domani pomeriggio, avremmo fatto il gioco della Costituzione Italiana, nel nostro cortile. Nel pomeriggio io, mia mamma, e Alberto siamo andati nel cortile della scuola. Mia mamma e Alberto si sono seduti, mentre noi bambini, siamo andati a prepararci per il gioco. Dopo cinque minuti il maestro Alessio ha organizatto con i  genitori delle squadre di sei sette persone. Il gioco era bello perchè bisognava che io e altre due compagne, vestite con degli impermeabili di nailon colorati, di giallo, blu, rosso dovevamo portare le domande a ogni squadra di genitori. Ogni squadra indossava delle corone di carta, di colore arancione, verde, marrone, rossi, e gialli. Quando la squadra aveva pescato, si portava al maestro per fare la domanda. La squadra più svelta doveva schiacciare la testa di un bambino che si trovava davanti come pulsante.La squadra che rispondeva di piu alle domande della Costizione aveva vinto.

Alla sera tutti a mangiar la pizza.
(Deborah IV°)
Al QUIRINALE c'era anche SAN BORTOLO
In occasione dell’apertura dell’anno scolastico al Quirinale è stato scelto anche l’istituto Comprensivo di Badia Calavena  per il progetto sulla Costituzione Italiana. Sono stati scelti otto bambini in rappresentanza di San Bortolo, Badia Calavena, Selva di progno e San Mauro per andare tre giorni a Roma. Siamo stati accompagnati dal maestro Alessio, dal professore Bonomi e la Dirigente scolastica Donatella Mezzari e io sono stata scelta per rappresentare la scuola di San Bortolo.
Siamo partiti dalla stazione di Verona,con la freccia argento alle 8.25 e siamo arrivati alle 11.29. Quando siamo arrivati ci siamo trasferiti in hotel abbiamo mangiato e poi siamo andati a vedere le camere.Nel pomeriggio siamo andati a visitare un po’la citta’. Alla mattina ci siamo svegliati abbiamo fatto la colazione e poi siamo andati a incontrare la senatrice Garavaglia. Nel pomeriggio con il pulman ci siamo trasferiti al Quirinale.Siamo entrati da una grande porta siamo passati attraverso il metal detector,poi delleb signore ci hanno indicato dov’ era il nostro posto che subito non erano capaci di trovarlo. Sul posto c’era uno zainetto per tutti.Eravamo in tanti bambini delle diverse scuola d’ Italia. Ogni bambinoe bambina aveva una maglietta e un cappellino con sopra scritto tutti a scuola o verde, bianca o rossa in rappresentanza della bandiera d’Italia. C’era Fabrizio Frizzi che conduceva e poi c’erano degli ospiti come Irene Grandi che cantava e Gigi Proietti. A un certo punto Frizzi ha anunciato che era arrivato il presidente Giorgio Napolitano, ci siamo alzati in piedi e abbiamo sventolato la bandiera d’ Italia e abbiamo cantato l’Inno di Mamelli. Oltre al presidente c’era anche il ministro dell’istruzione Maria Stella Gelmini che durante il suo intervento ci ha detto che anche se qualche volta non abbiamo voglia di andare a scuola di guardare sempre avanti perchè l’istruzione ci servirà da grandi. Al termine ci ha augurato buon anno scolastico e ha detto "viva l’Italia". Poi ha parlato il presidente che ha detto che nel duemilaeundici ci sarà il compleanno dei centocinquantanni dell’unita d’ Italia e ha anche detto che la scuola deve essere per tutti un luogo di incontro e di integrazione e poi alla fine ci ha detto di aver conosciuto molte persone di essersi pentite di non aver studiato e molte altre di essere contente di aver studiato. Alla conclusione della cerimonia abbiamo fatto la foto con il ministro Gelmini. Il giorno dopo siamo andati nella libreria del Senato e poi siamo andati a mangiare insieme alla Senatrice Garavaglia. E prima di partire per Verona siamo andati a vedere la piazza di San Pietro e abbiamo visto anche il Papa. Questa esperienza mi è piaciuta molto perchè ero molto contenta di essere andata dal presidente Giorgio Napolitano. 
(Benedetta V°)
VUOI CONOSCERE LA NOSTRA SCUOLA?
La nostra scuola si trova in un paesino di montagna non è molto grande ha un bel cortile dove possiamo giocare e divertirci,anche quando c'è la neve usciamo lo stesso per giocare a pallone. Nel periodo invernale facciamo il corso di sci circa otto lezioni. Questo corso di lo facciamo ai Roncari di Campofontana e il maestro che ci insegna si chiama Bruno. Una lezione dura circa due ore.
A me piace molto e alla fine del corso facciamo sempre una gara per vedere cosa abbiamo imparato,e alla fine della gara c' è il rinfresco, ma c' è sempre la cioccolata calda. A me piace tanto quando c' è la neve perchè facciamo sempre queste cose. 
(Catia IV°)

martedì 19 ottobre 2010

Ombra per il futuro
Il sette ottobre, mentre lavoravamo al computer, il maestro ci ha chiamato per andare fuori in cortile a piantare delle piante,  per sostituirne una che stava morendo. Prima ha zappato la Francesca, poi io, Elena e Debora  per preparare i buchi dove mettere le piante. Abbiamo piantato tre aceri di monte, una nocciolo e un faggio. Gli alberi li ha presi il maestro Alessio nel bosco. Poi  abbiamo versato cinque secchi di acqua per ogni pianta. Speriamo che a primavera siano ancora vive. Mi è piaciuto perché abbiamo saltato un pezzo di lezione ma anche perché l’ombra di questi alberi sarà per i nostri compagni più piccoli.
Giosuè (classe III°)

lunedì 18 ottobre 2010

Grazie a Tiziana, fiorisce la scuola!

Una mattina sono arrivata a scuola e ho osservato che c’erano dei fiori sulla finestra. Li aveva messi la nostra bidella TIZIANA che è molto brava. I tipi di fiori che ha preso sono le violette, che sono tutte viola, e i ciclamini che di colore sono violetta chiaro e bianco. Anche sul tavolino dell’entrata c’è un vaso con le violette viola. Sulla finestra dell’entrata vedo un vaso con due violette e una edera in mezzo. Così mi piace di più perché la scuola è più bella e così sembra quasi di essere a casa. Grazie Tiziana perchè hai portato questi fiori che abbelliscono la nostra scuola!
 (Martina IV°)

martedì 14 settembre 2010

Da Barbiana a San Bortolo.
Primi giorni di scuola, anche per noi "I CARE".
Nel nostro piccolo, con i nostri ragazzi, in questi primi giorni di scuola
abbiamo riflettuto sull'esperienza della Scuola di Barbiana e 
quali stimoli potrebbe darci. Anche noi abbiamo scritto I CARE su un cartello 
da mettere in camera. Ce la metteremo tutta per vivere questa frase!
Dopo l'esperienza a Barbiana di don Lorenzo Milani, la scuola italiana non è più stata la stessa: un’intera generazione di studenti e insegnanti, partendo dalle sue sollecitazioni, ha cercato da allora di vivere e praticare i valori di una scuola per tutti, senza discriminazioni. È stato don Milani a coniare il motto "I care", letteralmente "Me ne importa, mi sta a cuore" (in contrapposizione al "Me ne frego" fascista): questa frase, ben evidente all'ingresso della Scuola di Barbiana, riassumeva le finalità educative di un’istruzione orientata alla presa di coscienza sociale e civile e di una scuola che promuoveva l”apprendimento cooperativo”, una delle strade che negli anni seguenti sarebbero state battute per contribuire, con successo, a innalzare i livelli di successo scolastico e ad abbassare la dispersione scolastica.
Oggi saper leggere e scrivere ed essere un cittadino consapevole cosa significa? 


Per saperne di più  http://www.donlorenzomilani.it/

lunedì 13 settembre 2010

SI RIPARTE!

Tema del giorno:
LA FELICITA'

Nella prima parte della mattinata abbiamo visto il cortometraggio di Barney e la felicità (http://www.youtube.com/watch?v=YIrpiTzXa_Q) e poi abbiamo provato a dire e disegnare cos'è la felicità per noi.
Ecco cosa è saltato fuori.
Felicità è...
stare sulle nuvole
il sole
le vacanze
una persona contenta
una persona che ride
giocare con il fratellino
riposare sul divano
guidare il trattore
stare in compagnia
volersi bene
leggere un libro
giocare con il gioco sognato
andare in bici
coccolare il fratellino
fare festa
l'amicizia.
E VOI COSA DIRESTE?
Domani vi raccontiamo cosa abbiamo fatto nella seconda parte della mattinata.



domenica 1 agosto 2010

Durante le vacanze...
Ciao a tutti! Non so se qualcuno passerà di qui, ma...
in attesa di aprire ufficialmente il blog a settembre con l'inizio della scuola,
volevo lasciare un articolo interessante che ho trovato.
Per riflettere un po'. Che ne pensate?
maestro Alessio

Che rumore fa la felicità?

Regolamento comunale…

Regolamento comunale di Firhall, Highlands scozzesi. Non si possono tenere oche e conigli in giardino. Non sono ammessi gli alveari. Non è possibile ospitare più di tre adulti per ogni abitazione. Non è consentito stendere il bucato all’aperto. Possono prendere la residenza solo gli over 45 con figli (ma solo se hanno più di sedici anni). “I bambini e il rumore vanno insieme; così noi possiamo stare seduti a bere un bicchiere di vino in pace”. Parola di residenti, che però concedono agli under 16 qualche furtiva capatina, comunque per non più di tre mesi l’anno. Il silenzio è d’oro, dicono gli abitanti di Firhall e vuoi mettere un aperitivo senza strilli disumani come colonna sonora? Bella scoperta. Le oche, le api e i bambini fanno casino da che mondo è mondo. Starnazzano, ronzano e piangono. Però c’è qualcosa di sinistro in questo villaggio forzato alla tranquillità, finto come le scenografie spacciate per realtà del Truman show. A parte la considerazione non trascurabile che le Highlands non sono esattamente sovrappopolate come una megalopoli asiatica, questo “divieto di dimora” inquieta come tutto ciò che assomiglia allo stato di polizia. Come una trovata del Comune di Trento che qualche anno fa sistemò per le vie del centro dei totem che ti spiegavano perché dopo aver letto le parole in cui ti eri incolpevolmente imbattuto dovevi essere felice. Gioia somministrata per via amministrativa, antidoto ai cattivi pensieri che ci trasforma tutti in cittadini sempre sorridenti e automobilisti rilassati. Una riflessione a parte meritano i bambini banditi. Vero che i genitori di oggi sono spesso schiavi dei figli (in un’altra isola, Salina, Nanni Moretti fotografa perfettamente la dittatura dell’infante) e questo produce scene poco sopportabili per occhi e orecchie estranei. Però è anche vero che si sono ristretti i luoghi dei ragazzini, (ci saranno ancora i cortili?) in città e stili di vita che non hanno più tempi. I bambini giocano per definizione e forse non è per tutti auspicabile che lo facciano nel silenzioso quadrato di un tappeto. Di questa “costituzione scozzese” impressiona la necessità di togliere dall’orizzonte l’imprevisto, il brutto, il rumore. In una perfezione un po’ mostruosa che fa venire soprattutto voglia di starnazzare, piangere, urlare contro una vita senza miele.

da IL FATTO QUOTIDIANO 19.7.2010

sabato 19 giugno 2010

La CONSEGNA DELLE SCHEDE
a San Bortolo il 17 giugno 2010.
VENTO E ACQUA!

Ciao ragazzi, ci vediamo a settembre!

giovedì 10 giugno 2010